Cos'è la successione leggitima o successione per legge?

La stragande maggioranza delle successioni in Italia avviene senza testamento. Le successioni tramite testamento sono solo il 20%. Questo da un lato indica che le morti sono spesso inaspettate e improvvise; dall'altro che nonesiste ancora una "cultura del testamento". C'è chi non lo fa per il timore - ingiustificato - di far ricardere sugli eredi le imposte di successione e, perciò, preferisce effetuare delle donazioni (che tuttavia scontano la stessa aliquota delle successioni). C'é chi, invece, per evitare contestazioni alla propria morte, quando ancora è in vita intesta i propri beni ai familiari, non sapendo però che, anche in questo caso, tali atti possono essere inpugnati fino a 10 anni dal decesso. Così tutte le volte in cui un testamento manca o viene dichiarato invalido, la disignazione degli eredi avviene in forza delle disposizioni di legge.

L'eredità viene transferita in prima istanza al coniuge (marito o moglie), ai discendenti legittimi e naturali (figli e figli dei figli). Poi, in naturali o adottivi) e ai collaterali (fratelli naturali e addottivi) e, infine, agli altri eventuali parenti.

In presenza di più soggetti legittimati a ereditare, i parenti più remoti vengono esclusi, in ordine decrescente di grado di parentela (ad esempio, viene prima escluso il quarto grado di parentela, poi il terzo e così via), seguendo il principio di gradualità.

Secondo la legge, infatti, la parentela può essere di due tipi:

  • in linea retta (padre-figli, nonno-nipote) nei casi in cui le persone discendano direttamente le une dalle altre;

  • in linea collaterale (fratelli e sorelle, zio-nipote, cugini) in caso le persone, pur avendo un ascendente in comune, non discendano direttamente le une dalle altre.

Gli affini non possono mai ereditare per successione legittima ma solo se c'è un testamento. Quindi, suoceri, cognati, generi e nuore non ereditano mai in assenza di testamento.

Per sintetizzare, e salvo quanto diremo meglio più avanti, l'ordinamento individua i seguenti soggetti come in grado di ereditare e gli altri parenti fino al sesto grado.

Chi eredita se non c'è un testamento.

Come abbiamo detto, in assenza di un valido testamento è la legge ad individuare quali parenti ereditano e in quale misura.

La regola generale vuole che i parenti più prossimi escludano i più remoti.

Riassumiamo in tabella i parenti chiamati all'eredita e le quote loro attribuite.

Coniuge superstite

Come precisato in tabella, il coniuge (o la parte di unione civile) è l'unico erede quando mancano figli e ascendenti e fratelli/sorelle del defunto.

Se c'è stata separazione, il coniuge ha diritto all'eredità a meno che non abbia subito l'addebito, ossia la colpa per la fine del matrimonio. In questo caso, egli ha diritto solo ad un assegno vitalizio se al momento dell'apertura della successione godeva degli alimenti.

Quando il matrimonio è stato dichiarato nullo dopo la morte di uno dei coniugi, il coniuge superstite di buona fede succede come se fosse coniuge a tutti gli effetti, applicandosi pertanto le regole generali, compresa la successione nel contratto di locazione.

Egli è però escluso dalla successione, se il defunto al momento della morte risulta legato da un valido matrimonio con un altro soggetto.

Quando con il coniuge concorrono figli, il coniuge ha diritto alla metà dell'eredità, se alla successione concorre un solo figlio, e ad un terzo se ci sono più figli.

Al coniuge spetta sempre il diritto di abitazione nell'ex casa coniugale, a prescindere dalla titolarità della stessa.

In mancanza di figli, al coniuge superstite sono devoluti i due terzi dell'eredità se egli concorre con ascendenti o con fratelli e sorelle anche se unilaterali, oppure con gli uni e con gli altri. In questo ultimo caso, la parte residua è devoluta agli ascendenti, ai fratelli e alle sorelle, salvo in ogni caso agli ascendenti il diritto a un quarto della eredità.